A Torino nasce BeerZone, distro indipendente.

BZ

Dopo tutti questi anni, il silenzio, le migrazioni, gli scazzi e le risate, abbiamo messo su una piccola (micro) distribuzione di birra artigianale e di qualità. Al di fuori delle logiche meramente mercantili, oltre al business, organizziamo serate di degustazione e cultura birraria, partecipiamo a fiere e ci danniamo l’anima per portare un pò di buona birra in città.

Al momento trattiamo Loverbeer, Birrificio Pontino, Bibibir, La Casa di Cura, B.S.A, Pasturana, Boon, De ranke, De la Senne, Rodenbach, Tilquin, BrauKunstKeller, La Pirata & altri in arrivo. Stay Tuned!

Info e contatti:

info@beerzone.it

392 348 8241 (Fulvio C.)

 

 

 

 

deLa goes to the Bar!

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E’ da in pò che lo faccio, essenzialmente ho riversato le mie parole e riflessioni sulla birra nel blog Gli amici del Bar“, è un bel blog, si parla di vino, di cibo e di attitudini diverse.

Se vi va, seguitemi, il de:La’s Blog se ne va in vacanza per un pò in attesa di nuove idee e/o stimoli.

Se volete contattarmi la mia mail resta delacuerva.blog@gmail.com. Ad Maiora!

Tutti i mei articoli sul bar: http://gliamicidelbar.blogspot.it/search?q=Diego+deLa&max-results=20&by-date=true

Martedì 8 Aprile Mettici il Naso: 4 Birre per 4 formaggi.

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Prosegue il percorso degustativo/culturale del Convivium in collaborazione con Diego Pizzuto ed Elena Bellusci, indomiti degustatori di birra e formaggi.
In questo incontro abbineremo 4 birre scelte nel catalogo del Birrificio Indipendente Bad Attitude e di Birra Pasturana ( 2Penny, Hobo,Filo Doppio e Filare) abbinandole a rotazione con 4 formaggi rigorosamente piemontesi (Cardo, Blue, Garmi e Caprino).

Necessaria la prenotazione, costo della degustazione 25 euro.
Per info e contatti:

Convivium Sapori…. Reali
Circolo Gastronomico Culturale
Tel: +39.011.698.02.51
Email: info@conviviumsaporireali.it
Website: http://www.conviviumsaporireali.it

2-4 Maggio 2014: Arrogant Sour Fest!

Arrogant-Sour-Festival-2014
Torna L’Arrogant Sour Festival, fest per palati forti e nasi smaliziati, 120 spine a rotazione di birre acide con l’unica eccezione rappresentata dalla Mrs Pepper di Birrificio Italiano (pils con Cascade e pepe nero). Tra le le altre spine :

ALES AGULLONS: September 2013

AMIATA: Sour bastarda

BAHNHOF: Berliner weisse 2013, Gose

BFM: Abbaye de Saint Bon Chien 2011

BIRRIFICIO DEL BORGO: Prunus, Rubus, Etrusca

BLACK BARREL: Kriek dei Puffi Arrogant edition, Yellow doctor, Vedova nera, Red poison 2013

BOON: Lambiek 2 anni

CANTILLON: Rose de Gambrinus, Saint Lamvinus, Gueuze, Lambic, Iris grand cru, Kriek DUCATO: Luna rossa 2012, Brett Pitt, Bersel morning

FIRESTONE WALKER FREITGEIST: Raspberry sour porter

LOVERBEEER: Beerbrugna, Beerbera, D’uva beer, Madamin, Damabruna

MENARESTA: Birra madre

MONTEGIOCO: Mc mummy 2011, Doly raptor 2011, più due anteprime

OERSOEP: Into the wild, Farmause oatmeal ipa, Brettanosaurus rex, Wild thing

PANIL (Renzo Losi): Divina 2010, Barriquée sour 2010 RODEMBACH: Rodembach grand cru STAVIO: Birrozzo bianco, 100 ghidi, Alea STRUISE: Ypres 2011, Weltmerz, Weltkrieg, Welfreude

TILQUIN: Gueuze

VERZET: Oud bruin

Segnalo anche un interessante workshop Vini Naturali vs Birre acide

Link all’evento FB: https://www.facebook.com/events/1465494103668152/

Open Baladin. Torino.

“Torino tornerà la capitale. Della birra artigianale, naturalmente. È il momento della svolta. È il momento giusto per avviare un Open anche qui nel mio Piemonte”, effettivamente proprio in questi giorni mi è capitato di leggere e parlare di quanto e come Torino sia stata importante nella storia della produzione e della fruizione della birra.
Partendo dai ricordi pionieristici di Sandro Merlano (Birra Pasturana) e dei suoi primi furiosi escursus nel mondo brassicolo qui in città, passando all’articolo della Stampa dedicato alle nuove leve Fabio Ferrua e Riccardo Miscioscia, in cui si parla di una Torino in grado di produrre  più birra di Monaco, lo sbarco del locale di Teo Musso chiude il cerchio, o almeno l’intenzione sembra quella di voler investire fortemente in una realtà abbastanza ostica.Immagine
Dal mio punto di vista Torino è una città che negli anni non ha saputo nè crearsi un festival birrario autoctono degno di nota e neppure tenersi il Festival IBF di Paolo Polli, naufragato alla seconda edizione. Una città in cui l’unico beershop “puro” è relegato in quel di Rivoli (Bir&Flut) mentre in città ci sono   Lo Sfuso, ottimo shop di birra artigianale italiana con qualche altra etichetta americana, che non chiamierei però propriamente beershop, e il Black Barrell negozio dedicato però più alle creazioni del birrificio stesso che ad altro.
D’altro canto l’arrivo in città di Renzo Losi, il lavoro svolto in questi anni da Oro Birra, unico pub ad avere fino ad ora una selezione artigianale degna di nota e, sopratutto, ad avere persone dietro al banco con la cultura per poter vendere quel tipo di birre. Sommato  al lavoro svolto dal Birrificio San Paolo, Birrificio Torino e dalla Piazza dei Mestieri, mi ha sempre dato la sensazione che quì c’è più offerta rispetto a quel che può e vuole assorbire il torinese medio, aggiungeteci poi che la città è finanziariamente in crisi nera e la birra artigianale non è proprio a buon mercato ed il quadro che ne risulta non è dei più rosei.
Teo MussoImmagine in questa sorta di landa desolata decide, però, di aprire un locale con 38 spine, 3 pompe e 100 etichette e ingaggia l’ennesima l’ennesima sfida della sua vita, prendendo in mano quella che fù casa Canada (e la ricordava veramente la casetta in Canadà)  ne sfrutta la struttura in vetro creando un  bellissimo locale, coloratissimo, con una personalità che si pone a metà strada tra il bistrot ed il locale gastrofighetto. Lui, che le sfide è abituate a vincerle, cala l’asso e si gioca questa ennesima partita credendo che Torino, la città ad un passo dalle langhe, possa davvero diventare capitale del nord staccando Milano (che al momento pare essere in vantaggio).
Siete tutti avvisati, c’è un mondo nuovo di sapori e aromi che non aspetta altro che i vostri nasi. Torino, SVEGLIA .E’ arrivato l’Open.
P.s il locale inaugurerà ufficialmente Venerdì 21 Marzo 2014 alle 18.30.
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NB: Mi è stato, giustamente, fatto notare che ho dimenticato Birra&Galuperie di Giaveno, realtà attivissima in quanto a degustazioni guidate ed eventi volti a divulgare la cultura brassicola in città. Chiedo venia e rimedio.

21 Marzo 2014. Apertura Open Baladin @ Torino

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Orami ci siamo, l’Open Baladin apre nel centralissimo piazzale Valdo Fusi a Torino, se siete quantomeno a conoscenza dell’esistenza della birra artigianale saprete chi e che cosa rappresenta il Baladin di Piozzo, ora Teo Musso sbarca anche nella nostra città col visionario progetto dell’Open che comprende l’offerta di numerose spine e bottiglie di birra rigorosamente artigianale  perlopiù dedicata al variegato panorama nazionale, inoltre cibo di qualità  e musica.

Ci vedremo (spesso) lì.

21-23 marzo 2014: Oh My Beer! Festival @Vercelli

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Parte col botto la prima edizione di Oh My Beer! Festival di birra artigianale a Vercelli, 20 birrifici selezionati tra i migliori in Italia, 8 postazioni food selezionate con la collaborazione di Slow Food Vercelli, 2 laboratori tenuti dai curatori della Guida alle birre d’Italia di Slow Food,
1 laboratorio gestito da Unionbirrai e dedicato alla birre premiate al concorso di Birra dell’anno 2014.
Inoltre è prevista una cotta pubblica curata da Simone “Geppi” Bertolo dell’Old tower pub di Novara e Tanta musica .
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web dell’evento!
http://www.festivalbirravercelli.it/

SummerWine Brewery Rouge

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Nato nel 2008, questo birrificio dello Yorkshire si situa di buon diritto nel (som)movimento new wave artigianale di stampo anglosassone, il giovane birraio James Farran sembra fermamente deciso nell’intento di rinnovare una tradizione culturale che fa delle birre “semplici da bere” uno dei punti cardine ponendo l’accento sull’utilizzo di materie prime “moderne”.

E’ così che ci troviamo ad assaggiare questa Rouge, amber ale dall’accento nettamente  americano; nel bicchiere si presenta con un bel ambrato carico lievemente velato, la schiuma è da manuale: bianca, fine e persistente. L’aspetto visivo si rivela impeccabile e  ci pone  nello stato d’animo ideale per affrontare questa birra.

Al naso il biglietto d’ingresso timbra un leggero caramello a cui si aggiunge in tutta la sua struttura aromatica una bella luppolatura a base di Simcoe e Cascade  che, immediatamente, dà il vìa ad un alternanza tra frutta rossa, fragola, litchies e agrumi. Con l’alzarsi della temperatura si presenta anche un leggero tocco di tabacco.

In bocca il corpo è medio e media è la carbonazione, la birra si ripropone coerentemente con gli aromi espressi e quindi  un attacco caramellato ed una presenza fruttatissima che precede un finale secco, erbaceo e molto persistente. Un’ ottima interpretazione dello stile, birra che offre una certa complessità sia gustativa che aromatica senza intaccare l’estrema bevibilità, adatta a tutte le stagioni, la porterei comunque in tavola alla prossima grigliata estiva. [dLc]

Nazione uk. ABV 5.8%. Servita a 9°

Corso avanzato Degustatore di Birra @ Torino

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Dal 24 febbraio a Torino, presso il pub Oro Birra il Corso Avanzato Degustatore di Birra, realizzato dal network Fermento Birra. 10 Imperdibili incontri tenuti da importanti esperti nazionali del settore e da alcuni dei birrai protagonisti dello scenario artigianale italiano. 30 i posti disponibili. Per info e prenotazioni eventi@fermentobirra.com

Tre libri, trè. Homebrewing!

Parliamo un po’ di libri..principalmente da una prospettiva che parte dalla (p)ossessione dell’homebrewing.
Sono fermamente convinto che il processo di degustazione, per quanto inficiato da carenze culturali se non addirittura fisiche, tragga enormi benefici dall’esperienza diretta di birrificiazione. Chiaramente il lavoro di un pro e di un hobbysta segue dinamiche molto diverse e le due figure  non sono sovrapponibili, però il sentire il profumo del malto appena macinato, toccare i luppoli fragranti o l’osservazione delle varie fasi della fermentazione apportano un grado di consapevolezza importante per chi volesse addentrarsi nel mondo brassicolo.
Ecco quindi alcuni dei libri che mi sono piaciuti di più negli ultimi tempi, partendo dai “monografici” ossia libri scritti da navigati homebrewers (in questo caso americani) e che hanno per tema un determinato stile.
Brown Ale: History, Brewing Techniques, Recipes di Jim Parker e Ray Daniels parla appunto di uno dei capostipiti debrown alegli stili anglosassoni in maniera molto approfondita, mettendo l’accento sulla deriva Americana ed arrivando ad evidenziare un sottogenere quale la Texas Brown Ale del quale non ero a conoscenza ( e neppure il BJGP pare). Si parte dalla storia dello stile, si passa poi ad analizzare le materie prime, i metodi di birrificazione e, colpo di scena, vi è un accenno sul food pairing e l’utilizzo della birra in cucina. Immancabili le ricette finali per cominciare a sperimentare un pò con stile.
Altro libro, stessa collana
Mild Ale: History, Brewing, Techniques, Recipes di David Sutula, libro molto simile al precedente mildsper struttura ed in parte argomenti. Trovo molto ben fatta la parte storica che riesce bene nell’impresa di spiegare le ragioni storiche e sociali che hanno portato all’evoluzione di questo stile, evidenziando l’esistenza di milds da sette gradi alcolici e di pale milds, di cui sospettavo solo l’esistenza. Anche quì vi è un’attenta analisi delle materie prime, del processo di produzione e si termina con delle ricette, alcune delle quali vanno molto indietro nel tempo.
Per terminare questa breve carrellata, al momento sto leggendo Yeast: The Practical Guide to Beer Fermentation di Jamil Zainasheff e Chris White. Data l’importanza e la competenza degli autori mi sono inoltrato, non senza timori, in un’argomento così specifico, fino ad ora le rare volte in cui ho provato a leggere dei testi sui lieviti mi sono sempre bloccayeastto dopo poche pagine, non avendo nessuna voglia di approfondire nozioni di microbiologia in maniera tecnica e approfondita. Il punto di forza di questo libro, invece, risiede innanzitutto nel fatto di essere un testo di essere diretto ai birrai, quindi ci si concentra sui lieviti per la produzione di birra e , inoltre, le nozioni di biologia sono scritte in maniera comprensibile a tutti cosa che ne rende la lettura risulta molto piacevole. L’argomento lieviti è sviscerato in tutte le sue forme,  dai tipi di lievito esistenti, alle condizioni che influenzano la fermentazione, al riutilizzo degli stessi e così via. Tre libri, editi dalla Brewer Publications  da mettere sotto l’albero.